ShareThis
Lambrusco e Popcorn
“Vieni qua, c’è un bicchier di vigna ed un vassoio di mais già scoppiato” canta Ligabue nel suo Lambrusco e pop corn. Lambrusco: è tra i vini più bevuti eppure se ne parla sempre poco. E pensare che il lambrusco, specie quello amabile, è il vino adatto per avvicinarsi al mondo vinicolo. La sua vena morbida, la sua effervescenza che suggerisce allegria, lo colloca come il classico vino non molto impegnativo, tipico delle feste e delle sagre. Pare che questo vitigno venisse coltivato fin dal tempo degli Etruschi: era la cosiddetta uva lambrusca. Come dice il nome il tratto caratteristico di questo vino è proprio l’asprezza, la cui sensazione gustativa è resa dal termine dialettale brusc. Sarebbe opportuno parlare non di lambrusco ma di uve lambrusche, in quanto vi sono differenti tipologie: la sua terra è quella dell’Emilia, nella zona tra Reggio e Modena, ma si registrano buone presenze nel mantovano ed in minuscole zone del meridione, specie in Puglia ed in Sicilia.
I lambruschi più famosi sono quelli di Sorbara (dal comune omonimo) il lambrusco salamino, per via della forma del grappolo cilindrico e serrato, il lambrusco grasparossa di castelvetro, detto, così per il colore rosso vinoso del graspo.
Il lambrusco non è un vino longevo e pertanto è inutile riempirne la cantina: con l’invecchiamento tendere a perdere la vena abboccata e la spontanea vivacità. Si caratterizza per la sua vinosità, che ricorda il mosto e – all’olfatto – si evidenzia il profumo di viola. Al palato la versione secca non è quella certamente prevalente in quanto a dominare è la gamma che va dall’abboccato all’amabile per terminare con la versione dolce. La frizzantezza, la leggerezza del corpo e la bassa gradazione rendono questo vino molto versatile: il lambrusco è uno dei vini rossi ideali – in alternativa al bianco – per accompagnare lo snack. Può essere consumato d’estate, servito fresco sui 14 gradi, mentre nei mesi invernali va servito attorno ai 18 gradi.
Un vino così leggero sembrerebbe inadeguato ad accompagnare i piatti gustosi e grassi della bassa padana ma la sua piacevole acidità e briosità contribuiscono a sgrassare il palato. Ecco allora che diventa il compagno ideale degli insaccati caldi ( cotechini, zamponi), dei ravioli o delle paste condite, dei bolliti, dell’anguilla.
Grande estimatore del lambrusco fu Giosuè Carducci che spesso si recava alla trattoria Grosoli (oggi ristorante Carducci) per scolarne qualche bicchiere. All’editore Zanichelli non manco di rimproverare: “ahimè, le bottiglie le ho ricevute con danno di sei rotte: bisogna che quei signori di Modena mettano più paglia. E’ troppo danno!”