A cura del Cavaliere Carlo Aguzzi Sommelier
L’Italia è famosa per i vini da dessert. Forse nessuna nazione vinicola può disporre di un patrimonio così vasto. Se i vini passiti, i vin santi, i vini liquorosi sono tantissimi, la schiera dei vini dolci dalla bassa gradazione non sono molti: mi sovvengono i moscati e le malvasie, i brachetti e le freise del Piemonte, il sangue di giuda dell’Oltrepò.. Fra i tanti vini dolci si tende ad inserire il fragolino, profumato, frizzante, poco alcolico e piacevolmente fresco. Ma non tutti sanno che il fragolino non è un vino vero e proprio. Le bottiglie che sono in commercio riportano sull’etichetta la seguente dicitura: “vino aromatizzato al gusto di fragola”. Sono vini fatti – in pratica – con essenze artificiali al sapore di fragola.
Il famoso fragolino “proibito” si ricava invece con le uve non provenienti dalla vitis vinifera ed esistono due tipologie: fragolino rosso e fragolino bianco. Il primo viene prodotto con uva americana (vitis labrusca) detta anche uva fragola o uva Isabella, incrociata con la nostra vitis finivera. Il fragolino bianco si ottiene dall’uva Noah, altra varietà nata da incroci tra vitis vinifera e vitis labrusca. Nel 1932 viene emanata una legge che sancì il divieto di coltivare ibridi e uve americane. Anche una normativa comunitaria del 1997 ribadì lo stesso concetto. Ma perché? La spiegazione va ricercata in base alla situazione creatisi attorno agli anni 1930. A seguito della fillossera che, alla fine del 1800, devastò quasi completamente le culture viticole europee, i viticultori notarono che l’uva fragola era molto resistente agli attacchi fillosserici e pertanto coltivarono in misura sempre più massiccia questa uva, che finì per far scomparire quasi del tutto le varietà locali ed autoctone. Allo scopo di tutelare uve di maggior pregio e qualità, nel 1932, fu emanata una legge che vietò la coltivazione e la produzione di fragolino per scopi commerciali.
Da notare che la legge proibisce la commercializzazione di questo vino. Pertanto è possibile coltivarlo per la produzione ed il consumo personale. Prettamente personale: regalarlo agli amici potrebbe essere pericoloso, in quanto si potrebbe essere accusati di “spaccio illegale”. Comprarlo da persone compiacenti e regalarlo è ancora più grave: si può essere accusati di ricettazione.
Un’altra accusa che viene mossa al fragolino è che faccia male per l’alto contenuto di metanolo. Anche in questo caso bisogna ritornare con la memoria nei decenni passati, quando il fragolino veniva piantato in terre non adatte, specie in pianura, dove la forte umidità contribuiva a sviluppare, durante la fermentazione, una percentuale di metanolo maggiore a quelle delle uve tradizionali. Se poi si considera che a quei tempi, statisticamente, si bevevano circa quattro litri di vino al giorno la considerazione appare scontata: il vino fa male. Ma anche oggi se bevessimo quattro litri di buon chianti o di buon barbera la giorno, per ogni giorno dell’anno, avremmo qualche probelema...