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DIAVOLO D’UN PEPERONCINO…

 A cura del Cavaliere Carlo Aguzzi Sommelier



Le spezie venivano utilizzate nell’antichità per caratterizzare i cibi ma anche per mascherare e coprire odori e sapori sgradevoli, dovuti al cattivo stato di conservazione degli alimenti. E non si può dare torto ai nostri avi: il frigorifero non era stato ancora inventato… Oggigiorno, superato l’ostacolo della conservazione dei cibi, le spezie sono diventate preziose per ovviare – secondo i dettami della cucina moderna – alla riduzione dei grassi.  Il peperoncino è parente stretto del pomodoro, della melanzana e della patata, denunciando la sua origine Centro- Sud Americana. Il peperoncino è diventato, con il tempo, una spezia importante non solo per le sue virtù digestive ma anche perché di basso costo rispetto al pepe. Il peperoncino si presenta in varie forme: a ciliegia, a cono lungo, oppure a bacca ovale corta – “diavolillo” , il più piccante – e può essere usato fresco, essicato o in polvere. Innumerevoli sono le paste e le salse a base di peperoncino, che assumono nomi diversi secondo i Paesi di produzione: Tabasco, Harissa, Chili, Berberè.  Il peperoncino è ricco di vitamina C e favorisce la circolazione del sangue, equilibra la pressione , è stimolante gastrico, è indicato contro la gotta e l’acido urico, abbassa il livello del colesterolo. Certamente va usato con moderazione: un eccesso di peperoncino potrebbe provocare vere e proprie ustioni alle mucose degli organi della digestione. In cucina l’uso del peperoncino varia soprattutto in base alle abitudini regionali ma l’importante è saperlo dosare in modo che non cancelli il sapore della preparazione. Classico piatto sono gli spaghetti aglio, olio e peperoncino ma è indicato con i calamaretti, sull’abbacchio, su un arrosto di maiale, con un grosso pesce al cartoccio. Il vino adatto potrebbe essere, specie con gli spaghetti ed i pesci, un bianco secco, molto morbido, fresco di acidità, con bouquet intenso di fiori ed erbe aromatiche quali il Pigato, la Ribolla gialla, il Verdicchio di Matelica, il Frascati, il Castel del Monte. Con le portate a base di carne si può servire un vino rosso giovane, con media struttura, fresco e giustamente tannico, con profumi floreali e fruttati come un Dolcetto di Dogliani, un pinot nero dell’Alto Adige, un Bardolino, un chianti Rufina o una Bonarda dell’Oltrepò pavese. Ultima raccomandazione: se, a causa del peperoncino, vi bruciasse la bocca non ingerite acqua o altre bevande ma masticate un boccone di pane  con molta mollica. E soprattutto evitate di sfregarvi gli occhi dopo aver maneggiato un “diavolillo”…
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