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Obiettivi organizzativi

 A cura del Dott. Luigi Casaraghi

Le organizzazioni sono il contesto nel quale avviene il comportamento degli individui sul lavoro, così per comprendere i comportamenti bisogna conoscere bene le organizzazioni.
Nella maggior parte dei casi le organizzazioni nascono perché le persone mettono insieme le proprie forze per scopi utilitaristici, cioè nascono e si sviluppano per facilitare il raggiungimento di obiettivi, che nel caso delle imprese il più delle volte sono di ordine economico. Dal punto di vista delle persone e del loro comportamento possiamo pensare alle organizzazioni come sistemi per coordinare i comportamenti. Bisogna notare che le persone che entrano a far parte di un’organizzazione rinunciano a un po’ della propria indipendenza, in quanto si impegnano a raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione adottando i comportamenti imposti dai leader riconosciuti, in cambio di poter raggiungere i propri obiettivi, ad esempio salire nella scala  sociale andando a ricoprire un ruolo di prestigio. E’ molto importante che un’organizzazione consenta alle persone che ne fanno parte di raggiungere gli obbiettivi personali, altrimenti nel breve e medio termine le perderà, e a lungo termine rischierà di estinguersi per mancanza di risorse umane adeguate ai compiti.
Sul piano pratico vi deve essere un buon livello di compatibilità tra obiettivi delle persone e quelli dell’organizzazione. Le persone che fanno parte dell’organizzazione adatteranno i loro comportamenti agli standard dettati dai leader riconosciuti allo scopo di raggiungere una situazione di benessere. Da questo punto di vista gli obiettivi hanno la funzione di strumento per indirizzare i comportamenti, per motivare le persone, oltre che di costituire standard per la valutazione.

Osservazioni pragmatiche  






Gli individui si mettono insieme, formano delle organizzazioni, per portare avanti progetti, svolgere attività , in generale per raggiungere obiettivi. Un obiettivo importante può essere quello di guadagnare uno stipendio, perché si tratta di un bisogno primario. Gli individui possono anche avere obiettivi di livello più elevato, come ad esempio avviene per chi lavora per le organizzazioni di volontariato.  Se entro in un’organizzazione rinuncio a un po’ della mia libertà, ma non sono in genere disposto a rinunciare a tutta la mia libertà, devo avere lo spazio per realizzare la mia vita personale. Se l’organizzazione non mi dà questo spazio comincio a pormi il problema di dover a tutti i costi trovare una soluzione, che prima o poi troverò. Perciò le organizzazioni devono occuparsi anche di lasciare lo spazio vitale ai propri collaboratori, perché così facendo fanno il proprio interesse vitale. L’equilibrio tra obiettivi personali dei collaboratori e obiettivi dell’organizzazione si raggiunge con l’avvicinamento di entrambe le parti. Una volta che detto equilibrio è stato raggiunto il collaboratore dedica volentieri le sue energie all’organizzazione, che a sua volta può avvalersi di un collaboratore motivato.  Le organizzazioni, spesso, collegano un bonus al raggiungimento degli obiettivi. In questo caso gli obiettivi, oltre che da guida per i comportamenti, svolgono la funzione di incentivare la performance.  Le organizzazioni hanno da tempo preso atto delle risultanze della ricerca psico sociale, e cioè che i fattori ambientali costituiscono probabilmente le più significative determinanti dei comportamenti, più delle caratteristiche personali, che mediamente si piegano alle esigenze dell’organizzazione. Perciò, nella valutazione dei collaboratori, è invalsa la tendenza ad abbandonare  parametri riferiti a tratti della personalità, del tipo “è tenace nel perseguire gli obiettivi”, a favore, ad esempio, del più misurabile “qual è stata la percentuale di raggiungimento degli obiettivi assegnati ? (ad esempio il fatturato)”.  Le organizzazioni, le aziende in particolare, necessitano di pragmatismo, e hanno preso atto che non esiste uno strumento per misurare con precisione la tenacia, e perciò fanno ricorso più volentieri alla percentuale, dato che uno strumento per misurarla, di precisione matematica, esiste fin dai tempi di Pitagora.

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