(Questo articolo è del Dott. Vincenzo Caporaso, co-autore del booklet “Gestione dei rischi psicosociali e benessere organizzativo – Luigi Casiraghi e Vincenzo Caporaso)
Come si vede, il concetto di stress ha subito un’evoluzione negli ultimi anni, sulla base comunque della formulazione originaria di Selye. Noi riteniamo che sia nel concetto originario che nelle successive modificazioni vi siano elementi di estrema importanza per comprendere la natura delle interazioni tra l’individuo e il suo ambiente, e i rapporti tra tali interazioni e lo sviluppo di malattie somatiche. Definiamo pertanto lo stress come la risposta dell’organismo ad ogni richiesta di modificazione effettuata su di esso.
Questa risposta si manifesta sia a livello fisiologico sia a livello comportamentale, ed è mediata da un’attivazione emozionale indotta da un valutazione cognitiva del significato dello stimolo. Essa è relativamente aspecifica, nel senso che un’ampia gamma di stimoli può innescarla, ma è personalizzata in rapporto al significato dello stimolo per il singolo individuo, e alle sue modalità di reazione psicofisiologica. Lo stress è, di per sé stesso, una reazione fisiologica, adattativa, caratteristica della vita, che può tuttavia assumere un significato patogenetico quando è prodotta in modo troppo intenso per lunghi periodi di tempo o quando è ostacolata nel suo regolare svolgimento.
Danni da stress
Gli effetti dello stress sull’organismo sono stati studiati da moltissimi anni, e il dettaglio di tali effetti è venuto aumentando con il progredire della medicina e delle specializzazioni ad essa connessa.
Quanto segue vuole essere solo un estratto, un’estrema sintesi delle evidenze cliniche e sperimentali dei danni da stress.
Stress e Sistema
Nervoso Vegetativo
Il sistema nervoso vegetativo (SNV) è costituito, analogamente al sistema nervoso relazionale con cui è funzionalmente collegato, da una sezione afferente, da una sezione centrale e da una sezione efferente. La sezione centrale comprende alcune strutture con compiti specifici di integrazione della reazione emozionale a livello fisiologico, come l’ipotalamo e il sistema limbico, e talune aree corticali. Un aspetto importante del SNV è dato dalla sua capacità di apprendere schemi di reazione nuovi per mezzo di tecniche di condizionamento operante. Questa possibilità, dimostrata sia negli animali che nell’uomo, permette di comprendere le ragioni della elevata specificità della reazione psicofisiologica nell’uomo, e fornisce elementi a sostegno di un possibile apprendimento del disturbo psicosomatico. La risposta neurovegetativa agli stressor coinvolge tutti gli organi e i sistemi dell’organismo secondo uno schema di risposta che è variabile tuttavia da individuo a individuo. Le ragioni di tale variabilità vanno ricercate, oltre che nei meccanismi di apprendimento, anche nell’intervento di fattori di tipo cognitivo e nei rapporti esistenti tra risposte vegetative e risposte comportamentali. Queste variabili influiscono anche sulla possibilità che l’individuo entri in una zona di rischio psicosomatico per l’azione protratta di stressor ad azione particolarmente stimolante sul piano emozionale.
L’attivazione del sistema neurovegetativo (arousal) che usualmente ha un significato adattativo, e quindi utile per l’organismo, può in talune circostanze costituire un vero e proprio precursore della malattia somatica.