A cura del Cavaliere Carlo Aguzzi Sommelier
Talvolta può bastare anche una semplice griglia posta su dei mattoni, con sotto il fuoco, per poter organizzare una bella “mangiata” all’aria aperta. Ma ci sono anche ottimi strumenti di cottura, come i grill portatili elettrici, dotati di sistemi antifumo, o le basi di pietra ollare che si scaldano prima e mantengono il calore per molto tempo.
Abbiamo vito che sulle griglie si può cuocere di tutto: carni bianche e rosse, pesci, verdure… ma pochi utilizzano il barbecue per cuocere formaggi e frutta.
Il formaggio, avvolto nella foglia di vite, è un classico delle grigliate ed è di semplice esecuzione. Basta tagliare il formaggio (Bel Paese o gruviera) a dadi, avvolgerlo nella foglia di vite, disporlo sulla griglia unta d’olio a calore medio per cinque minuti per lato. In questo caso le sensazioni gusto-olfattive del formaggio sono caratterizzate da grassezza, tendenza dolce, aromaticità e leggera untuosità. Per l’abbinamento sarei propenso a scegliere un bianco di buon corpo, con giusta morbidezza e alcolicità, con bouquet intenso di frutta fresca e fiori. Ecco allora che la scelta può indirizzarsi su pinot bianco del Trentino, sauvignon dei Colli Orientali del Friuli, Fiano d’Avellino, Trebbiano d’Abruzzo o, per restare in Oltrepò, con un buon cortese.
Anche la frutta si presta piacevolmente ad essere grigliata. E’ sufficiente ricordare le banane alla fiamma o gli spiedini di frutta caramellati. Per quanto riguarda le banane bisogna sbucciarle, tagliarle a metà per il lungo e farle marinare in un “miscuglio” di zucchero, succo d’arancia e rum. Quindi si disporranno ben sgocciolate sulla griglia già calda e si faranno dorare da entrambe le parti, cospargendole con un velo di zucchero, in modo da caramellarsi leggermente. Lo stesso procedimento si usa, più o meno, per la frutta tagliata a dadini ed infilzata negli spiedini. Per questi desserts l’abbinamento con il vino è legato alle sensazioni di aromaticità, moderata succulenza e leggera tendenza acida (per via del limone o dell’arancia). In questo caso sarà preferibile orientarsi su un vino bianco passito, dolce, molto morbido ma fresco di acidità come il Torcolato di Braganze, il moscato rosa del trentino, il passito di Pantelleria (non liquoroso). Oppure un delicato moscadello di Montalcino, vendemmia tardiva, dal colore giallo dorato lucente e con note olfattive che ricordano i frutti tropicali e sensazioni di erbe balsamiche. Si tratta di un vino che trova l’abbinamento ideale con crostatine di frutta fresca, ma risulta piacevole anche con i dolci tipici della terra senese, come i ricciarelli o il panforte