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Lo storico teatro Carbonetti di Broni è sulla via della rinascita

A cura di Marta Giorgi

I lavori sono in corso e la struttura si presenta ampia, pratica e polifunzionale
Nella città di Broni sta riprendendo vita quello che è stato un grande punto di riferimento sociale e culturale per i cittadini delle passate generazioni: lo storico teatro Carbonetti. I lavori sono in corso e si stima che si protrarranno fino alla fine dell'inverno o all'inizio della primavera del 2012. Molto è già stato fatto ed in data 22 settembre il cantiere è stato aperto a Cerca-Affari, Provincia Pavese e TelePAVIA per dare la possibilità di prendere visione dei grandi lavori in corso, con la guida dell'architetto di Asti Domenico Catrambone,  che dirige il progetto e che si è mostrato disponibile a rispondere a qualche domanda riguardante la struttura in questione.
Come può descriverci, in linee generali, il progetto che sta prendendo vita?
Una volta completato, il Carbonetti sarà non solo un teatro, ma un vero e proprio centro polifunzionale. La sala principale metterà a disposizione quasi quattrocento posti. Il ridotto, oltre a costituire un disimpegno nel corso degli intervalli dei vari spettacoli, potrà essere utilizzato come sala polivalente. Ci sarà inoltre la possibilità, mediante una pannellatura mobile, di separare la galleria, adoperandola così, al di fuori degli orari degli spettacoli teatrali, come sala riunioni o di proiezione di film (si pensa infatti di organizzare, tra le altre iniziative, un'attività di cineforum). Inoltre, uno spazio del sottotetto, costituirà un'ulteriore sala polivalente.
Nel ridare vita al Carbonetti, quanto è riuscito a recuperare del fasto tipico dei suoi albori?
La volontà principale è stata quella di cercare di 'recuperare il recuperabile'. La ristrutturazione degli anni Sessanta aveva cancellato la tipica struttura del teatro all'italiana e riportarla alla luce non è stato pienamente possibile. Facendo un bilancio, si può definire questo progetto una sorta di 'operazione filologica', che ha permesso di recuperare molto per quanto riguarda l'esterno, ma non l'interno; di conseguenza, quest'ultimo presenta una struttura piuttosto moderna.
Per quanto riguarda l'ambito organizzativo e quello burocratico, si sono presentate particolari criticità da risolvere?
No, devo dire che i lavori sono proseguiti in modo fluido. Ho ottimi rapporti sia con la soprintendenza sia con il comune di Broni, tanto che ormai posso dirmi 'cittadino bronese di adozione'!
La struttura risorge grazie ad un accordo tra il comune di Broni e la società Iridea. Conferma quindi che la messa in atto del progetto non costerà nulla alla tasche del comune?
Proprio così. Il progetto prende infatti vita grazie a questo accordo, che vede una cifra superiore ai tre milioni di euro totalmente a carico di privati.
Il suo studio di Asti si occupa di diversi ambiti architettonici. Nell'arco della sua carriera, le era mai capitato di far risorgere un teatro? Come ha vissuto quest'esperienza?
Agli albori della mia carriera, ho lavorato nello studio di progettazione del teatro di Asti. Il Carbonetti è però un'esperienza diversa e, per tanti aspetti, nuova. Inoltre la progettazione è stata di èquipe; infatti io mi sono occupato dell'aspetto architettonico, Filighera di quello prettamente teatrale e Pisani dell'acustico. Insomma, l'opera è frutto di grande confronto e di aperta collaborazione.
Osservando i lavori in corso, si può percepire un generale clima di armonia. Insomma, l'èquipe sembra molto determinata a ridare al Carbonetti lo sfarzo ed il prestigio che in passato l'hanno contraddistinto. Ancora un po' di pazienza e potremo ammirare la struttura finita; sicuramente sarà una grande sorpresa per tutti noi e potrà costituire un significativo punto di riferimento sociale e culturale.

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