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VINI PER IL PESCE DI LAGO

 A cura di Carlo Aguzzi Sommelier



Nel variegato panorama ittico lombardo troviamo gli agoni, le alborelle, le tinche, i lavarelli, il pesce persico, le trote.
Il pesce persico, noto per la delicatezza delle carni, è solitamente preparato in filetti impanati e fritti oppure infarinati e passati al burro. Questa preparazione si sposa bene con i vini bianchi leggeri e sapidi, eleganti e freschi come il cortese dell'oltrepò pavese, il gavi di Gavi, il bianco di Custoza o il Muller Thurgau. La tinca fa parte delle tradizioni del lago d'Iseo: viene generalmente servita con il risotto (come si anche per il pesce persico) ed in questo caso diventa piatto unico. La delicatezza della carne del pesce si combina con la morbidezza del riso: in questo caso è indicato un vino bianco leggermente sapido, senza asperità, come un Lugana, un terre di  Franciacorta bianco.  Interessanti sono anche i vini bianchi della Valcamonica .
Le alborelle sono sempre state considerate il cibo dei poveri: fritte venivano affiancate alla polenta e si beveva insieme il vino a disposizione, generalmente rosso. Oggi, se vogliamo gustarle nel modo migliore, possiamo accostare uno spumante Brut metodo classico o un Cruasè . Alla leggera untuosità del fritto contrapponiamo la cremosità , la struttura e l'effervescenza dello spumante, ben completato dal quadro aromatico intenso e dai sentori balsamici .  La trota, nonostante sia un pesce conosciuto e apprezzato fina dall'antichità ( ne fanno l'elogio Plinio e Giovio nell'epoca romana nonché si leggono ricette nei trattati gastronomici del medioevo e del Rinascimento) è un piatto prettamente della fascia prealpina. La tradizione popolare ha ripreso le ricette di Mastro Martino: trota al vino bianco, in carpione, con i funghi, fritta. Possiamo accostare vini bianchi secchi, con leggera vivacità, giovani e di media corposità come pinot nero vinificato in bianco dell'oltrepò pavese, pinot  bianco trentino, bianchello del Metauro. Il lavarello, noto anche come coregone, ha carni bianchissime, morbide e delicate. Classica la preparazione con burro e salvia. I vini più adatti sono bianchi secchi, morbidi e fragranti come il lugana, il soave classico, l'orvieto. I missoltini (o missoltitt) sono gli agoni salati ed essiccati , tipici del lago di Como, diventati ormai una rarità gastronomica. Gli agoni nel Rinascimento erano cucinati con uova e succo di melograno. Mastro Martino prima li friggeva e poi  li immergeva in succo d'arancia e agresto. Oggi l'agone si consuma in carpione oppure cotto alla piastra e cosparso di prezzemolo tritato, olio e aceto, accompagnato da fette di polenta abbrustolita. Il vino in abbinamento, visto il sapor forte e pungente, deve essere secco, sapido, con leggera vena acidula come il verdicchio dei castelli di Jesi o uno chardonnay passato in legno. Ma è consuetudine bere anche vino rosso: ottimo il merlot veneto, il lagrein trentino, il bardolino , la bonarda dell'oltrepò pavese e tutta la gamma dei vini rossi leggeri e frizzanti
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