A Cura di Marta Giorgi
Negli ultimi anni si è assistito ad un forte declino dell’utilizzo delle maschere tradizionali, a favore di quelle “moderne”, che richiamano magari personaggi dei cartoni animati o dei film per ragazzi più in voga del momento. Queste new entry sono sicuramente carine e simpatiche, ma non bisognerebbe dimenticare le classiche maschere italiane, che vantano una gloriosa storia e che hanno origine lontane e popolari, legate a determinate credenze e regioni italiane. Procediamo allora con un revival delle più celebri:
Arlecchino: è il tipico servitore astuto, ficcanaso ed ingordo. Ha sempre la risposta pronta ed è un grande attaccabrighe. Vanta origini bergamasche, ma la sua parlata è veneta, in quanto Bergamo fu a lungo sotto il dominio della Serenissima
Colombina: è una maschera veneziana, in genere nota nel ruolo di figlia di Pantalone e moglie/amante di Arlecchino
Pulcinella: è di origine napoletana e si distingue per avidità, ignoranza, ghiottoneria ed egoismo, ma anche per il grande spirito
Brighella: vanta le stesse origini di Arlecchino e sono grandi amici. Hanno un carattere simile, ma Brighella ha minore astuzia, quindi spesso si trova nei pasticci al posto dell’amico, che è più scaltro e la passa quasi sempre liscia
Dottor Balanzone: tipica maschera bolognese, rappresenta lo stolto che vuole farsi credere intelligente e che non perde occasione per sentenziare.
Pantalone: è di origini veneziane e rappresenta il mercante ricco, taccagno e perennemente insoddisfatto. In fondo però sa essere buono e generoso: non riesce a dire di no a chi gli chiede aiuto
Capitan Spaventa (noto anche come Capitan Fracassa) : è una maschera ligure e rappresenta un soldato rozzo e prepotente
Meneghino: si tratta della classica maschere milanese. Il nome è l’abbreviazione di Domeneghino, che significa “servo della domenica”, dall’uso tipico delle dame lombarde di avere un servo che le accompagnasse in chiesa ogni domenica. Rappresenta un contadino pigro e burlone.
Gianduia: torinese, è un contadino finto tonto, amante del cibo e del dialetto
Rugantino: romano, è arrogante e litigioso, come suggerisce il nome, da collegare a “rugare”, nel senso di “brontolare”, “borbottare”
Scaramuccia: maschera napoletana, rappresenta il tipo falso, attaccabrighe e spaccone. Apparentemente forte, si rivela perdente in ogni occasione.
Chissà se il Carnevale 2013 vedrà un ritorno a sorpresa di questi personaggi, indubbiamente un po’ vecchiotti, ma comunque simpatici ed icona di una grande tradizione nazionale.