A Cura della Dott.sa Marina Merlini
Il 25 Gennaio a Bruxelles si è tenuto un workshop di alto livello per esperti, per discutere e confrontare diverse politiche regionali: “work life balance and the reform of the welfare state: innovative approaches and practices at regional level”. Regione Lombardia ha partecipato per presentare la sua esperienza, e in particolare il “libro bianco: roadmap per la conciliazione famiglia lavoro.
“In un contesto di crisi, le politiche di riconciliazione sono molto importanti. Tuttavia, pur essendo ai primi posti nell’agenda dei bisogni, l’impegno verso il tema è particolarmente arduo in tempi di austerity e tagli ai bilanci”. Con queste parole Olivier Rouland (Capo dell’Unità “Demografia, Migrazioni, Innovazione Sociale, Società Civile” della Commissione Europea) ha introdotto il workshop svoltosi presso il Comitato Economico e Sociale Europeo.
Come possono le amministrazioni pubbliche far fronte alle esigenze di conciliazione famiglia-lavoro in tempo di crisi economica? Quali altri attori possono affiancare lo Stato nel ruolo di produttore di politiche per la collettività in questo ambito? Qual è il ruolo delle amministrazioni locali? In occasione della presentazione del Libro Bianco della Regione Lombardia “Roadmap per la conciliazione famiglia-lavoro”, i massimi esperti sul tema sono giunti a una sintesi del dibattito corrente sui temi della conciliazione, con una particolare attenzione alle implicazioni dall’attuale congiuntura economica.
Politiche certe e di lungo periodo
Nel suo discorso introduttivo al convegno, Stéphane Buffetaut (Comitato Economico e Sociale Europeo) ha enfatizzato l’importanza delle politiche pubbliche nel determinare le scelte di lungo periodo delle famiglie. Molti paesi europei, sostiene Buffetaut, presentano una situazione demografica altamente problematica a causa di tassi di natalità molto bassi. Ciò è in parte dovuto alla mancanza di politiche certe e di lungo periodo che diano sicurezza alle famiglie e permettano loro di operare delle scelte riproduttive consapevoli. D’altra parte, sostiene Buffetaut, il fatto che la Francia sia uno dei paesi con la più alta natalità dell’Unione Europea “non è una fortuna, è una volontà politica che dura nel tempo”.
Un ritratto quantitativo del bisogno
di conciliazione in Europa
L’intervento di Daniel Molinuevo (Eurofund Dublin) offre una panoramica generale, supportata da una forte evidenza empirica, sulla conciliazione famiglia-lavoro in Europa e sul ruolo dei servizi di cura. I dati della European Working Condition Survey (EWCS) e della European Quality of Life Survey (EQLS) mostrano che, nell’Europa a 27, il pattern familiare più diffuso è quello che vede entrambi i coniugi nella famiglia lavorare a tempo pieno. Il tema dell’occupazione diventa quindi fondamentale per determinare le politiche di conciliazione famiglia-lavoro. In particolare, Molinuevo discute del binomio flexibility/flexicurity, argomentando che le famiglie valutano molto positivamente da una parta la flessibilità dell’orario di lavoro, e dall’altra parte la sua prevedibilità nel tempo. La flessibilità e la sicurezza sono due concetti solo apparentemente in antitesi: “una buona flessibilità è vista come un fattore positivo ai fini dell’equilibrio famiglia-lavoro”, sostiene Molinuevo. Fra le misure che favoriscono la flexibility/flexicurity, Molinuevo ricorda la flessibilità nella determinazione degli orari di lavoro, il telelavoro, l’accessibilità del lavoro, il part-time, il term-time, la possibilità di usufruire di congedi di breve o lunga durata, etc. Inoltre, altre misure di sostegno alla cura possono contribuire alla definizione di un giusto equilibrio fra tempo di lavoro e tempo familiare: promozione del benessere psico-fisico, promozione di gruppi di supporto e sessioni di counselling, sostegno diretto di alcuni costi di cura da parte delle aziende. In altre parole, l’analisi di Molinuevo attribuisce un ruolo di grande importanza ai datori di lavoro, e non solo alle amministrazioni pubbliche, nella definizione e implementazione dei servizi di conciliazione alle famiglie.
Regione Lombardia: un laboratorio innovativo
di politiche per la conciliazione
Dopo la presentazione del framework l’Assessore alla Famiglia della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, introduce il Librio Bianco “Roadmap per la conciliazione famiglia-lavoro”. Boscagli sottolinea l’approccio fortemente relazionale unito all’esigenza di creare collegamenti fra mondi all’apparenza distanti fra loro, quali il settore assistenziale e il mondo dell’impresa. Al fine di giungere a una sintesi delle esigenze e delle strategie da adottare per attuare politiche di conciliazione, Regione Lombardia ha deliberatamente scelto di coinvolgere i vari stakeholders attraverso un procedimento di consultazione pubblica, grazie alla quale sono state individuate tre linee di priorità. In primo luogo, si è rilevata la necessità di ripensare l’organizzazione del lavoro e sviluppare programmi di welfare aziendale e interaziendale. Secondariamente, è emersa l’esigenza di migliorare l’accesso ai servizi di cura, non soltanto per la prima infanzia ma anche per soggetti anziani o con disabilità. Infine, la consultazione ha portato alla consapevolezza della necessità di riorganizzazione gli orari e i tempi della città e del territorio.
A fronte di tali esigenze, Regione Lombardia ha messo in piedi una strategia di governance multilivello e multi attore che, anche grazie a un investimento iniziale di 27 milioni di euro, si propone come laboratorio per un modello di welfare innovativo non solo a livello italiano ma anche europeo. Le caratteristiche del percorso sulla conciliazione sono tre: family mainstreaming, co-progettazione e co-produzione e istituzione di reti territoriali. Nei primi dieci mesi di implementazione della strategia per la conciliazione famiglia-lavoro in Regione Lombardia, spiega Boscagli, alcuni importanti risultati sono stati raggiunti. Un accordo per la creazione di reti territoriali per la conciliazione, con il conseguente Piano di Azione, è stato creato per ogni provincia lombarda. Infine, è stato inaugurato un servizio di consulenza alle imprese al fine di individuare soluzioni e interventi quali piani di flessibilità aziendale o progetti individualizzati di rientro dalla maternità.
Per quanto riguarda il welfare aziendale e interaziendale, sono stati avviati 33 progetti di durata biennale che interessando circa 6.300 lavoratori dipendenti. Tali interventi sperimentano soluzioni flessibili nell’organizzazione del lavoro e azioni di supporto agli impegni di cura familiare: flessibilità negli orari di lavoro, organizzazione di servizi flessibili di trasporto, mensa, lavori domestici, assistenza sanitaria integrativa, etc.
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